È l’ultimissima chiamata per le comunicazioni di sconto in fattura e cessione del credito da trasmettere entro il 4 aprile all’Agenzia delle Entrate (dopo la proroga che ha fatto slittare la scadenza originaria del 16 marzo scorso), relativamente alle spese per i lavori privati di Superbonus e altri bonus edilizi effettuati nel 2023 su cui non si vogliono applicare le classiche detrazioni spalmate in anni. La scadenza coincide inoltre con l’altro adempimento cui sono chiamati gli amministratori di condominio per comunicare, sempre all’AdE, i lavori sulle parti comuni oggetto invece di detrazione.
Già da tempo su sconto e cessione la tenaglia legislativa sta portando avanti i suoi effetti: era il 17 febbraio 2023 quando col decreto Cessioni è intervenuta la prima significativa stretta sul ventaglio di possibilità in cui sarebbe stato ancora possibile applicare le due opzioni alternative al bonus fiscale nel 730. Difatti le comunicazioni il cui termine sta scadendo (4 aprile) sono appunto riferite: 1) a quelle tipologie di lavori per le quali il decreto di un anno fa aveva lasciato inalterata dal 17 febbraio in poi la possibilità di scegliere il “piano B” alternativo alla detrazione, e 2) ovviamente a tutte le opzioni effettuate dal 1° gennaio al 16 febbraio 2023, prima ancora che intervenisse la parziale abolizione del Dl Cessioni.
Da ultimo è arrivata a fine marzo 2024 la pietra tombale definitiva col Decreto Superbonus che ha finito di tagliare il tagliabile, eliminando cioè a partire dal 30 marzo 2024 (giorno successivo alla pubblicazione del testo in GU) anche le residue opportunità – fino a quel momento rimaste opzionabili – per usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. Quindi, entro il 4 aprile, servendosi anche delle sedi CAF ACLI (in qualità di intermediario abilitato alla trasmissione) bisogna inviare il modulo di comunicazione con cui avvisare l’Agenzia delle Entrate che nel 2023, laddove era ancora ammesso, si è ricorso alle vie “brevi” dello sconto in fattura o della cessione del credito piuttosto che attendere il 730/2024 per detrarre quelle spese dall’imposta. La comunicazione serve appositamente perché l’Agenzia, informata sulla volontà del contribuente di non detrarre le spese nel 730 o nel REDDTI, non le vada a inserire nei modelli precompilati 2024.
Inoltre, un altro aspetto da tenere in estrema considerazione è lo stop immediato alla remissione in bonis per effetto del decreto Superbonus fresco di pubblicazione il 29 marzo: in altri termini il decreto elimina da subito la possibilità di sanare/correggere gli eventuali errori commessi nelle comunicazioni, cosa che avrebbe invece consentito – dietro al pagamento della sanzione di 250 euro – di trasmettere una nuova comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 15 ottobre 2024 mantenendo così inalterato il diritto alle opzioni di sconto o cessione sul 2023.
Come accennavamo, il 4 aprile è scadenza anche per gli amministratori dei complessi condominiali dove nel 2023 sono state eseguite opere di ristrutturazione edilizia e risparmio energetico sulle parti comuni. Gli amministratori devono dunque trasmettere i dati relativi a queste opere affinché l’Agenzia li incameri ai fini delle dichiarazioni precompilate 2024. È prevista comunque una semplificazione per quei condomìni dove tutti, nessuno escluso, abbiano scelto la cessione del credito o lo sconto in fattura in luogo della detrazione diretta nel 730. In tal caso infatti i rispettivi amministratori potranno evitare di trasmettere la comunicazione; esenzione che tuttavia decadrebbe nel caso in cui anche un solo condòmino avesse optato per la detrazione classica, vincolando così il proprio amministratore all’obbligo di trasmissione non solo dei dati relativi alla quota di quel singolo condòmino, ma anche di tutti gli altri che hanno invece optato per la cessione o lo sconto.
Luca Napolitano