29 NOVEMBRE 2023
C’è ancora tempo per chi, entro il 2 ottobre, non ha approfittato del ravvedimento speciale per sanare le dichiarazioni cosiddette “infedeli” relative ai periodi d’imposta 2021 e precedenti. Il 2 ottobre infatti (stessa scadenza del 730/23 visto che il 30.09 cadeva di sabato), era previsto il versamento della prima o unica rata per sistemare le maggiori imposte dovute a seguito degli errori commessi nelle dichiarazioni del 2022 o in quelle prima.
Ravvedimento speciale in unica soluzione entro il 20 dicembre
Il dl “Proroghe”, invece, fresco di conversione in Senato, ha fatto slittare il termine del 2/10 al 20 dicembre 2023, ma a condizione di pagare le somme dovute in un’unica soluzione, quindi senza più la possibilità di rateizzarle in 8 quote di pari importo, cosa che invece continuerà a essere possibile per chi entro il 2 e 31 ottobre ha pagato regolarmente la prima e la seconda rata del debito.
Ravvedimento speciale: sanzione minima più vantaggiosa
La “sanatoria” comporta, al di là del naturale pagamento della maggiore imposta e dei relativi interessi, anche una sanzione ultra-leggera ridotta a 1/18 del minimo irrogabile (per assistenza è possibile rivolgersi a CAF ACLI). Si tratta in ogni caso di una “multa” estremamente vantaggiosa, perché se facciamo il raffronto tra un normale ravvedimento e quest’ultimo definito “speciale”, vedremo che nel ravvedimento ordinario la sanzione più lieve è comunque pari a 1/10 dell’imposta dovuta (se pagata entro 30 giorni dalla data di scadenza dell’adempimento), mentre in occasione del ravvedimento “speciale” è stata appunto ridotta a 1/18.
Ravvedimento speciale: cosa bisogna pagare?
Per non perdere quindi quest’ultima occasione di aderire correttamente al ravvedimento speciale, sarà necessario pagare in un’unica soluzione entro il 20 dicembre:
- la maggiore imposta
- gli interessi dovuti
- la sanzione pari a un 1/18 del minimo edittale
in riferimento alle annualità 2021 e precedenti, i cui redditi e oneri sono stati già dichiarati nei modelli trasmessi fino al 2022.
Il punto, insomma, è che deve esserci all’origine una dichiarazione validamente presentata. Di base le irregolarità ed omissioni sotto la lente del ravvedimento “speciale” sono quelle estremamente frequenti che capitano quando si fa un 730: ad esempio aver inserito una detrazione che in realtà non spettava, aver messo un figlio o un genitore erroneamente a carico, oppure non aver inserito una CU relativa a un reddito percepito in quell’anno la cui omissione ha fatto abbassare la soglia dell’imponibile.