24 FEBBRAIO 2025
A partire dal 5 marzo saranno ufficialmente esclusi dal calcolo ISEE i buoni postali, i libretti e tutti gli altri titoli di risparmio entro un valore di 50.000 euro. Il passo decisivo è stata la pubblicazione il 19 febbraio in Gazzetta Ufficiale del “famoso” Dpcm governativo n. 13/2025. Così, dopo un’attesa durata più di un anno, la norma che “detrae” dal valore dell’indicatore economico familiare i Bot, Btp, e gli strumenti di risparmio postale garantiti dallo Stato (vedi buoni fruttiferi e libretti di risparmio) fino a un massimo di 50.000 euro ha visto finalmente la luce.
ISEE 2025: da quando fa effetto la nuova legge
La novità, infatti, era stata introdotta dalla Legge di Bilancio dello scorso anno, ma nel pratico necessitava di una norma attuativa (il Dpcm appunto) senza la quale sarebbe rimasta “parcheggiata” su carta. La gestazione, però, del Dpcm che ha recepito le modifiche al regolamento ISEE è stata a dir poco travagliata. Varato solo a metà gennaio 2025, il testo è arrivato in Gazzetta la scorsa settimana chiudendo per lo meno il percorso sul versante legislativo.
La faccenda però non può dirsi ancora del tutto archiviata. Come abbiamo detto la nuova legge, sebbene pubblicata in Gazzetta, entrerà comunque in vigore dal 5 marzo. Dopodiché mancherà l’ultimissimo tassello (quello davvero operativo) dei nuovi regolamenti e della nuova Dsu ISEE 2025 che dovranno essere aggiornati dall’INPS sulla base della normativa modificata. È da qui, infatti, che passeranno – sia tramite le precompilate ISEE che tramite l’assistenza dei CAF – le nuove procedure di compilazione ed elaborazione dell’indicatore che non terranno più conto delle suddette voci di risparmio.
Nuovo ISEE 2025: cosa accade alle DSU già elaborate
Sul tavolo però c’è anche un’altra questione di non poco conto, forse la vera questione su cui i CAF attendono “numi” da parte dell’INPS: che fare di tutte quelle attestazioni ISEE già elaborate a partire dal 1° gennaio 2025 secondo i parametri della vecchia normativa adesso superata? Come andranno gestite? Penserà l’INPS a ricalcolarle d’ufficio, oppure le famiglie dovranno comunque tornare al CAF a farsele ricalcolare/rettificare? Dubbi leciti su cui si attendono risposte.
Nuovo ISEE 2025: come verrà calcolato
È evidente che sugli ISEE calcolati fino a questo momento, e che continueranno a essere calcolati fin quando l’INPS non farà uscire i nuovi modelli con le regole aggiornate (presumibilmente nei giorni successivi al 5 marzo) penderà inevitabilmente la possibilità di un ricalcolo alla luce della nuova normativa. E questo, a catena, potrebbe ripercuotersi sulla spettanza di certe prestazioni economiche – vedi in primis l’Assegno Unico, che da marzo inaugura la sua terza annualità – da cui le famiglie con all’attivo gruzzoli di risparmio entro 50.000 euro potrebbero ricavare mensilità più cospicue, vedendosi appunto stornare dal valore ISEE quegli stessi risparmi.
Per il momento, quindi, tutto resta uguale, in attesa che dalla cabina di regia dell’INPS non escano le direttive da seguire. La scelta in quest’ultimo frangente resta perciò sulle spalle delle famiglie: nella consapevolezza che da un momento all’altro potrebbero uscire i nuovi regolamenti, il dubbio se farsi calcolare o meno un’attestazione ISEE che comunque sarebbe destinata a essere ricalibrata nel breve periodo, potrebbe rallentare l’avvio di una delle prestazioni economiche basate sull’indicatore. Chiaramente non c’è solo l’Assegno Unico. I bonus luce e gas, il bonus psicologo, o magari certe borse di studio universitarie, così come tanti altri contributi elargiti a livello locale, costituiscono esempi concreti di prestazioni su cui la nuova normativa ISEE andrà parecchio ad incidere.
Luca Napolitano