Flat tax incrementale: un solo giro di giostra per il 2023

05 LUGLIO 2023

Salvo proroghe, il regno breve della cosiddetta flat tax “incrementale” durerà solo per il 2023 (quindi con effetto nelle dichiarazioni del prossimo anno). Sull’argomento è intervenuta l’Agenzia delle Entrate con una circolare monografica (la 18/2023) per fare il punto su tutti gli aspetti pratici e regolamentari del regime fiscale introdotto dai commi 55-57 della Legge d Bilancio 197/2022. Proviamo allora a sintetizzarli qui di seguito.

Flat tax incrementale: chi può richiederla e chi no

La norma prevede quindi – per il solo anno 2023 – l’applicazione di un’imposta ad aliquota fissa del 15% (sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali) per le persone fisiche esercenti attività d’impresa e/o arti e professioni (ne beneficiano anche le imprese familiari o coniugali purché non gestite in forma societaria) che non aderiscono, nel 2023, al regime forfetario.

In particolare, nel documento AdE viene specificato che sono esclusi dal regime agevolativo:

  • i redditi delle società di persone, imputati ai soci in ragione del principio di “trasparenza”, nonché i redditi delle società di capitali, imputati ai soci a seguito dell’esercizio dell’opzione per la trasparenza fiscale delle società a ristretta base proprietaria;
  • i redditi di cui all’articolo 53, comma 1, del Tuir, derivanti dall’esercizio di arti e professioni in forma associata di cui alla lettera c) del comma 3 dell’articolo 5 del Tuir, imputati ai singoli associati.

 

Flat tax incrementale: quale sarà la base imponibile

Per quanto riguarda invece l’ambito oggettivo di applicazione, va detto anzitutto che la flat tax incrementale potrà essere calcolata su basi imponibili (parliamo ovviamente di soli redditi da lavoro autonomo) non superiori a 40.000 euro, mentre l’ulteriore quota di reddito non soggetta a imposta sostitutiva confluirà nel reddito complessivo, soggetta quindi a tassazione progressiva ai fini Irpef secondo gli ordinari scaglioni di reddito.

Detto questo, l’imposta flat verrà dunque calcolata su di una base imponibile così determinata:

  • anzitutto si dovrà vedere la differenza tra il reddito del 2023 (supponiamo 100.000 euro) e quello più alto del triennio precedente 2020-2022 (supponiamo 80.000 euro, quindi per una differenza di 20.000);
  • poi in seconda battuta a questa differenza (20.000 appunto) verrà sottratta una franchigia del 5% calcolata sempre sul reddito più alto del triennio 2020-2022 (quindi 20.000 – il 5% di 80.000 che è 4.000 euro)
  • infine sulla base imponibile di 16.000 euro (20.000 – 4.000), che rientra nel limite massimo di 40.000 euro, si applicherà la flat tax del 15% (quindi di fatto il 15% di 16.000).

 
Tutto il resto, come dicevamo, ovvero gli 84.000 euro non soggetti a flat tax incrementale (i 100.000 del reddito complessivo 2023 meno i 16.000 soggetti a flat tax = 84.000) verrà appunto sottoposto a tassazione ordinaria Irpef, restando fermo il principio secondo cui l’imposta sostitutiva flat troverà applicazione con esclusivo riferimento alla quota di reddito attribuita all’imprenditore.

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