Figli e familiari a carico: taglio netto sulle detrazioni

31 GENNAIO 2025

Dalla Legge di Bilancio 2025 cala una scure in piena regola sulle detrazioni per figli e familiari a carico, e di conseguenza anche sulle spese detraibili sostenute per questi ultimi.

Figli a carico: quando si può chiedere la detrazione

Dal 2025 infatti (quindi con effetto a partire dalle dichiarazioni 2026) decadono in primis i carichi fiscali sui figli dai 30 anni in poi, a meno che non si tratti di ragazzi con disabilità accertate. Considerando allora che l’Assegno Unico sostituisce le detrazioni sui figli a carico fino ai 21 anni d’età, una volta scavallati i 21 anni del figlio il genitore potrà tornare a chiedere le classiche detrazioni per altri nove anni. Il segnale che viene dal legislatore potrebbe allora essere così inteso: se a 30 anni sei ancora a carico di mamma e papà, datti una mossa!

Ridotta la platea degli “altri familiari” a carico

Gli altri carichi che vanno a decadere sono quelli riguardanti una grossa fetta dei cosiddetti “altri familiari” – cioè quelli diversi dai figli e dal coniuge –, per cui le detrazioni vengono applicate solo in caso di convivenza col dichiarante. La manovra 2025 ha infatti mantenuto le detrazioni limitandole ai soli familiari “ascendenti” e cancellando di conseguenza tutti gli altri per cui si sono potute applicare fino allo scorso 31 dicembre. Chi sono gli ascendenti? Sono in pratica i familiari da cui discende il dichiarante che li ha a carico. In parole povere i suoi genitori e prima ancora i suoi nonni. Questi sono appunto coloro per i quali, se conviventi, e con redditi annui fino a 2.840,51 euro, potrà essere ancora applicata la detrazione. Gli altri, invece, per cui è stata fatta decadere sono anzitutto i discendenti dei figli (cioè i nipoti per intenderci), seguiti dai fratelli, dalle sorelle, dai generi, dalle nuore e dai suoceri. Insomma, una folta schiera di familiari la cui convivenza a volte può essere sinonimo di mantenimento, o per lo meno di sostegno economico da parte del dichiarante, e per i quali è stato sempre garantito uno sgravio fiscale in dichiarazione, viene da un momento all’altro depennata dalla lista.

Cittadini stranieri esclusi dalle detrazioni su figli e familiari a carico

Non solo, ma c’è un’ultima significativa sforbiciata da segnalare, e che in un certo senso (anche sul piano politico) dà la sensazione di essere una scelta ancor più netta e drastica: quella che riguarda gli stranieri. Le stesse detrazioni, infatti, per i coniugi, i figli o i familiari a carico applicate fino al 31 dicembre 2024, erano destinate tanto ai cittadini italiani quanto ai non italiani, questi ultimi ovviamente a condizione di essere in regola coi permessi. Al contrario, dall’anno d’imposta 2025 la spettanza dell’intero comparto delle detrazioni per carichi familiari viene sbarrata di netto “per i contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato aderente all’accordo sullo Spazio economico europeo in relazione ai loro familiari residenti all’estero”. Da notare che la norma parla di “contribuenti”, cioè di persone che in quanto “contribuenti” pagano appunto le tasse, ma che per via della loro non-cittadinanza italiana e per la loro non-appartenenza all’UE o allo Spazio economico europeo non potranno più usufruire di detrazioni godute fino all’altro ieri.

Stretta sulle spese detraibili

Infine, come accennavamo all’inizio, tutto questo si ripercuote chiaramente anche sulla spettanza delle detrazioni sulle spese sostenute per un figlio, un fratello, un nipote (italiano o straniero) durante l’anno. Cessando perciò di figurare un dato familiare tra quelli a carico, al tempo stesso nemmeno le eventuali spese effettuate per quest’ultimo dal dichiarante, ad esempio quelle mediche, potranno più essere detrarre nel 730.